Il 17 aprile VOTO SÌ





Il 17 aprile VOTO SÌ

Referendum sulle trivellazioni

In sostanza con il referendum del 17 aprile si chiede agli elettori di fermare definitivamente le trivellazioni in mare. Nello specifico si chiede di cancellare la norma che consente alle società petrolifere di cercare ed estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia marine dalle coste italiane senza limiti di tempo. Nonostante, infatti, le società petrolifere non possano più richiedere per il futuro nuove concessioni per estrarre in mare, fare ricerche e attività petrolifere già in corso senza nessuna scadenza. Se si vuole mettere definitivamente al riparo i nostri mari dalle attività petrolifere occorre votare "sì" al referendum.

 

In questo modo, le attività petrolifere andranno progressivamente a cessare, secondo la scadenza "naturale" fissata al momento del rilascio delle concessioni. Inizialmente i quesiti erano 6. Cinque riguardanti l’articolo 38 dello sblocca Italia (quello che dichiarava le trivellazioni attività strategiche e toglieva alle Regioni le procedure di VIA per le attività a terra) e uno (l’unico su cui andremo a votare) sul vincolo delle 12 miglia. Oggi però rimane ancora in sospeso il giudizio su due dei quesiti non ammessi, su cui le Regioni hanno sollevato il conflitto di attribuzione (perché il governo invece di modificare la norma secondo la richiesta dei quesiti ha stralciato la parte della norma su cui tali quesiti intervenivano). Siamo in attesa del giudizio di ammissibilità di tale ricorso (intorno al 8-10 marzo) e dell’eventuale riammissione (intorno al 10 aprile). Anche per questo chiedevamo di aspettare a fissare la data del voto. Il paradosso è che potremmo essere chiamati più volte a votare su referendum sullo stesso tema.

VOTA SÌ PER USCIRE DAL PETROLIO, PER IL CLIMA E PER LE RINNOVABILI: Dobbiamo inoltre tenere presente che le prossime settimane di campagna referendaria saranno una straordinaria occasione per discutere del futuro energetico del nostro Paese. Lo abbiamo detto più volte, la Strategia energetica italiana è assolutamente carente e punta sui cavalli sbagliati (fonti fossili e estrazioni petrolifere). Soprattutto oggi, dopo l’accordo di Parigi e gli impegni presi dall’Italia nell’ambito della COP21 di dicembre 2015, serve ripensare le politiche energetiche nel nostro Paese.

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