Mettiamo in salvo la Terra





Mettiamo in salvo la Terra

Ogni anno consumiamo più del dovuto.

L'Italia viaggia verso il default ecologico, almeno lo siamo a livello planetario dal 14 agosto e l’Italia, in particolare, dal 6 aprile. Ci vorrebbero quattro stati della nostra dimensione nazionale per soddisfare l'utilizzo che facciamo di tutte le risorse naturali, al di sopra dei nostri mezzi in termini ambientali, con una domanda annuale di risorse impiegate al di sopra di quanto la Terra riesca a creare ogni anno. Non è solo il consumo eccessivo di materie prime ed acqua dolce, talvolta, sperperati, ma anche ad esempio, di materie fondamentali come metalli, carta, vetro che possono essere tranquillamente riutilizzati oppure del suolo che candidamente consumiamo nel nome di uno sviluppo e di leggi economicistiche. Non solo, non sappiamo tutelare anche il patrimonio naturale, alle prime piogge contiamo i danni di varia natura. Dopo 45 anni, la nostra ingordigia di energia e di oggetti ha spazzato sempre più in fretta le risorse e noi rischiamo di mandare in black-out l’intero ambiente che ci sostiene, come peraltro ha perfettamente chiarito l’enciclica di papa Francesco «Laudato si’», che fornisce delle linee guida per tutti. Non possiamo permetterci di continuare su questa pericolosa traiettoria, che ci porterebbe a deragliare: le Nazioni Unite hanno rivisto le proiezioni demografiche: 9,5 miliardi di individui al 2050. Se tutti continueremo a bruciare i fossili accelerando il riscaldamento globale, asportare massicce frazioni di biomassa e restituire rifiuti non biodegradabili, senza ottimizzare un percorso virtuoso di riciclaggio, riuso e riutilizzo avremo bisogno per fine secolo dell’equivalente di tre pianeti, missione impossibile. Ci siamo mangiati tutte le nostre rendite naturali in poco più di tre mesi, per il resto dell’anno incidiamo il capitale naturale del nostro futuro, importiamo energia e materie prime da altri Paesi più provvisti. Per essere in equilibrio con il nostro standard di consumo dovremmo avere un territorio quattro volte più vasto! Nonostante l’importanza estrema di questi argomenti, dai quali dipende il benessere di una società e la sopravvivenza fisica delle persone, si continua tranquillamente a ignorarli. La preminenza dell’agenda politica italiana è la crescita economica, il PIL-Prodotto Interno Lordo- indicatore economico superato nei fatti e gli equilibri di bilancio, palesemente inconciliabili alla luce della fisica, mentre dovrebbe essere la sostenibilità del nostro bilancio ecologico, che consente la vita e la sopravvivenza delle varie creature sul nostro pianeta che si sta facendo sempre più piccolo, complicando la vita per molti esseri viventi. Si possono investire risorse in ambiente: partendo da ognuno di noi, efficientando, ad esempio, la propria casa. Ripensando ai rifiuti come una risorsa, che come un onere. Riflettendo sul ruolo anche del verde non come una spesa, ma come un motore non solo economico- sociale, ma come un attore dell’ecosistema. Il Papa ha istituito una giornata mondiale di preghiera per la cura del creato, da celebrarsi ogni anno il primo settembre, la stessa data in cui da tempo viene celebrata nella chiesa Ortodossa. La giornata di preghiera per il creato, con il suo respiro ecumenico, appare strettamente collegata all’enciclica, alla presentazione, del resto, aveva partecipato anche Zizoulas, uno dei massimi teologi ortodossi viventi. Nella lettera il Pontefice ricorda al cardinale Peter Turkson e al cardinale Kurt Koch, cioè i suoi «ministri» rispettivamente per la Giustizia e la pace e per l’Unità dei cristiani, che la «passione per la cura del Creato», è alimentata dal «ricco patrimonio spirituale» cristiano, ed è per questo che i cristiani, in quanto tali, vogliono «offrire il loro contributo al superamento della crisi ecologica che l’umanità sta vivendo». Il Papa promuove una vera e propria «conversione ecologica» a cui i cristiani sono chiamati, perché «vivere la vocazione di essere custodi dell’opera di Dio è parte essenziale» di una vita virtuosa. Essenziale, scrive il Papa, non è «opzionale o secondaria» nell’esperienza cristiana. Il testo papale include l’invito a «invocare la misericordia di Dio per i peccati commessi contro la natura»; evidenzia l’opportunità sui temi ambientali «di una risposta comune dei cristiani per essere credibili ed efficaci». Sotto questo punto di vista le attività e le campagne che propone Legambiente da anni vanno su questo fronte. E’ necessario riflettere per riorientare la nostra vita verso nuovi orizzonti !

Giuseppe Faretra

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