Presentato AMBIENTE ITALIA 2010 - Rifiuti made in Italy

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 Presentato AMBIENTE ITALIA 2010 - Rifiuti “made in Italy” il rapporto annuale di Legambiente sullo stato di salute del nostro Paese elaborato dall’istituto di ricerche Ambiente Italia  

Elezioni Regionali Legambiente Puglia lancia la sfida ai candidati: potenziare le rinnovabili, investire nel trasporto pendolare, combattere le ecomafie, ottimizzare la gestione dei rifiuti  

  Il 2010 è l’anno in cui si vota nella maggior parte delle regioni italiane ed è, dunque, un’ottima occasione per fare un check del loro stato di salute ambientale. “Vogliamo riempire di contenuti concreti la prossima campagna elettorale. Altro che schieramenti e posizionamenti, le Regioni hanno responsabilità enormi per disegnare la qualità dello sviluppo nei territori per uscire dalla crisi”. Questo l'assunto di Legambiente Puglia che, in Ambiente Italia 2010, l'annuale rapporto sullo stato di salute del Paese, quest'anno ha voluto aggiungere ai tradizionali indicatori una significativa analisi delle sfide ambientali che le Regioni devono affrontare per promuovere uno sviluppo più moderno e pulito, sviluppando la Green economy, creando nuovi occupati in settori strategici, modernizzando il Paese e puntando sulla qualità e la vivibilità concreta. Otto gli ambiti strategici per la situazione ambientale: energia e fonti rinnovabili, dissesto idrogeologico, trasporti e pendolarismo, cave, consumo di suolo, aree protette, acque e rifiuti. Una cosa è certa: le Regioni hanno oggi grande responsabilità non solo nella gestione dell’esistente, ma nel promuovere e governare un futuro possibile e possono svolgere un ruolo positivo e innovativo, di valenza nazionale, in molti settori delle politiche ambientali. Presentato questa mattina a Roma, Ambiente Italia 2010 vuole costruire la fotografia dell’esistente e quanto si potrebbe e dovrebbe fare per aiutare i territori a compiere un salto di qualità.   “I temi scelti quest’anno da Ambiente Italia –dichiara Francesco Tarantini, Presidente di Legambiente Puglia– sono quelli più importanti per spingere la green economy, creare posti di lavoro in settori innovativi come le rinnovabili e il recupero inerti in edilizia e avviare uno spostamento del prelievo fiscale verso il consumo di risorse, come chi cava, chi imbottiglia acque e chi consuma suoli. L’insieme di queste proposte, se applicate, può dare alle regioni una visione del proprio futuro, quello che serve è coraggio da parte della politica.”   L’industria italiana delle fonti di energia rinnovabile (Fer) mostra un elevato grado di dipendenza tecnologica importando circa i tre quarti dei componenti per gli impianti di generazione da fonti rinnovabili. Eppure uno scenario dello Iefe-Bocconi evidenzia le potenzialità di sviluppo del settore al 2020: se l’industria nazionale riuscisse a coprire almeno il 70% della quota di mercato domestico, potrebbe creare 175 mila nuovi posti di lavoro, realizzando un fatturato di 70 milioni di euro (5,6 milioni di euro all’anno nel periodo 2008-2020). Questi impianti non li hanno messi gli enti pubblici. Tuttavia, sia la Regione Puglia (con quest’ultima amministrazione) sia il Trentino Alto Adige (da qualche decennio) hanno fortemente promosso l’uso delle fonti rinnovabili. Per quanto riguarda il fotovoltaico, su un totale di ormai poco meno di 60 mila impianti e 709 MW installati, con il primo e secondo conto energia, solo il 33% della potenza è installata nelle regioni del Sud (e di questo, il 40% è concentrato in una sola regione, la Puglia). In Puglia, dall’eolico si ricavano 1.316,9 GWH di energia, 23,7 dal fotovoltaico, 38,5 dai rifiuti, 695,8 dalle biomasse e 66 dal biogas per un totale di 2141 GWH. Di questo passo, al 2020 si avranno 3720 GWH di eolico on-shore, 2200 di eolico off-shore, 750 di solare fotovoltaico, 450 di solare termodinamico, 250 di biogas, 150 di rifiuti, 450 di biomasse per un totale di 7970 GWH. Quest’energia al 2020 sarà ripartita in 350 Ktep nel residenziale e terziario, 150 nell’industria e nell’agricoltura.   Cambiando tema, la spiegazione delle difficoltà nello spostarsi in treno quotidianamente verso le principali città italiane, le ragioni dei pochi treni a disposizione nelle ore di punta e della scadente qualità dei convogli appaiono scontate guardando i dati sugli investimenti da parte di Stato e Regioni. I finanziamenti da parte dei governi che si sono succeduti in questi anni hanno premiato per il 67% gli investimenti in strade e autostrade e solo per il 13% le linee ferroviarie e per il 20% le linee metropolitane. Anche le regioni hanno privilegiato con i propri investimenti le infrastrutture stradali rispetto a ferrovie e metropolitane. In Puglia l’estensione della rete ferroviaria è di 1.508 km, i pendolari sono 80mila al giorno e gli abbonati 9.793. La nostra Regione ha investito solo 20 mln di euro nelle ferrovie contro i 170,07 mln spesi dalla Lombardia, che ha utilizzato in più altri 87,94 mln di euro nelle metropolitane. Un altro scenario per i pendolari italiani è possibile, ma dipende fortemente dal ruolo che le regioni vorranno dare al trasporto su ferro, alla sua integrazione con le altre forme di mobilità e nelle scelte urbanistiche. Il tema del trasporto pendolare deve entrare nell’agenda delle politiche regionali, e occorre farlo ponendosi un obiettivo all’altezza della sfida lanciata dall’Unione europea al 2020 in termini di riduzione delle emissioni di CO2. Per Legambiente è necessario puntare a far crescere il trasporto ferroviario pendolare in modo da arrivare a 4 milioni di cittadini trasportati nel 2020; aumentare i convogli e le risorse per il servizio ferroviario.   La regione è una protagonista importante per la gestione dei rifiuti. Il ruolo di pianificazione, programmazione e indirizzo della Regione, infatti, è fondamentale per abbandonare il vecchio modello basato sostanzialmente sull’uso della discarica e per rivoluzionare il ciclo dei rifiuti fondandolo sul principio gerarchico delle 4 R (riduzione, riuso, riciclaggio e recupero energetico). Ma qual è la “medicina” usata dalle regioni per curare la “malattia” dello smaltimento in discarica, che purtroppo continua a contraddistinguere la gestione dei rifiuti di almeno due terzi del nostro paese? Un’iniziativa assolutamente condivisibile che per certi versi ricorda quella intrapresa nella Regione Puglia da Nichi Vendola che nel piano commissariale approvato nel 2005 puntò su importanti obiettivi di riduzione e raccolta differenziata, privilegiando per lo smaltimento finale delle quote residue il recupero energetico del combustibile derivato da rifiuti (Cdr) e penalizzando la combustione dei rifiuti tal quali. In Puglia, nessun comune centra gli obiettivi minimi di legge, ma per la prima volta possiamo parlare di esperienze virtuose e positive, a dimostrazione che un’inversione di tendenza nella nostra regione è possibile. Monteparano (TA) al 31.08.2009 ha raggiunto l’obiettivo del Piano Regionale fissato per il 2008. Per aver avviato nel 2009 un nuovo sistema di raccolta, registrando percentuali mensili ben al di sopra del 40%, meritano di essere citate Erchie (dallo 0,9% di RD di gennaio al 60,4% di settembre 2009), Candela (dal 2% di aprile al 48,2% a settembre 2009), Ceglie Messapica (dal 3,8% di gennaio al 38,8% di settembre 2009), Latiano (dal 4,5 di gennaio al 52,9 di settembre 2009), Oria (dall’1,3% di gennaio al 46,7 di settembre 2009), Villa Castelli (dal 5,4% di gennaio al 28,8% di settembre 2009). Legambiente consiglia l’aumento del costo di smaltimento in discarica, il porta a porta in tutti i comuni e l’attivazione di un Osservatorio ambiente e legalità sul ciclo dei rifiuti speciali.   L'ufficio stampa   Il circolo Legambiente di Corato sostiene la realizzazione di  pozzi in Niger nella zona  Gourmancé (sud-ovest). Puoi sostenere l'iniziativa attraverso bonifico bancario sul conto di SMA SOLIDALE ONLUS, Cod. IBAN: IT57 A061 7501 4170 0000 1838 280, presso la Banca CARIGE Agenzia 117, via Timavo 92/R GENOVA o effettuare il versamento sul CCP (conto corrente postale) n° 944 445 93, intestato a: SMA Solidale Onlus, Via Romana di Quarto, 179 - 16148 Genova indicando nella causale "per progetto Pozzi in Niger, cod S010". Per info :   www.missioni-africane.org  o www.legambientecorato.it