Preveniamo lo spreco alimentare

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Preveniamo lo spreco alimentare

Tutti siamo consumatori di cibo ma malauguratamente milioni di tonnellate finiscono nei bidoni della spazzatura spesso con le confezioni incluse. A livello globale si spreca ogni anno una quantità di cibo senza tener conto di pesce e crostacei pari a 750 miliardi di dollari. Per dare un'idea della portata del danno, basta immaginare di prendere i Pil di Turchia e Svizzera, chiuderli in un enorme sacchetto nero e buttarli nella spazzatura. In Italia ogni anno circa 240 mila tonnellate di cibo, del valore di oltre un miliardo di euro, restano invendute nel retro dei negozi di alimentari e nella grande distribuzione. E da qui vengono avviate a smaltimento, nonostante sarebbero in grado di sfamare 600mila persone assicurando loro tre pasti al giorno per un anno. Con lo sperpero di cibo purtroppo avviene un cattivo uso di risorse naturali, di consumo di energia utilizzata dalla produzione, nel corso della trasformazione/lavorazione e nella distribuzione fino al consumo casalingo: nei Paesi in via di sviluppo il fatto avviene soprattutto nei passaggi a monte (cioè perlopiù negli stadi di produzione agricola), mentre nei Paesi Occidentali lo spreco si distingue specialmente a valle, cioè nelle fasi di distribuzione, vendita, ristorazione e consumo domestico. Ognuno di noi può agire attivamente per contrastare questo fenomeno. In che maniera? Ad esempio: fare molta attenzione alle etichette degli alimenti riportanti le date di scadenza, valutare il peso per acquistare solo il cibo necessario. Le ricadute ambientali del fenomeno sono smisurate: ad esempio i dati dicono che se lo spreco alimentare fosse un Paese sarebbe il terzo produttore mondiale di gas climalteranti, dopo gli Stati Uniti e la Cina oppure che l'acqua utilizzata per produrre il cibo che poi viene buttato corrisponde al fabbisogno domestico di New York per i prossimi 120 anni. Il tema dello spreco alimentare ha avuto solo di recente un'effettiva ufficializzazione, con l'adesione da parte di diversi Paesi ad impegni internazionali. Nel settembre del 2015, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha accolto formalmente i 17 nuovi Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDG) contenuti nell'ambito dell'Agenda 2030. Tra gli obiettivi menzioniamo in particolare il Goal n° 12 "Consumo e produzione responsabili" che annuncia, tra l'altro, il dimezzamento entro il 2030 dello spreco alimentare pro-capite nelle fasi di distribuzione e consumo, oltre alla riduzione delle perdite alimentari negli stadi a monte della filiera. Questi oltre allo sperpero di cibo producono rifiuti che con confezioni, involucri ecc diventano rifiuti che vanno in discarica, purtroppo, fuori l’economia circolare di riciclaggio di confezioni e involucri. In Italia la Legge regola la donazione del cibo alle persone bisognose. E’ stata emanata nell'agosto del 2016: si tratta della Legge n. 166, cosiddetta Legge Gadda, che tra le altre cose prevede degli incentivi economici per i commercianti con l’introduzione della possibilità per i comuni di incentivare chi dona alle organizzazioni non profit con una riduzione della tassa dei rifiuti alle attività commerciali che aderiscono alle iniziative di raccolta e redistribuzione delle eccedenze alimentari gestite dalle Associazioni e dalle Onlus. Fare attenzione nell’ eseguire la spesa è la prima prevenzione per il Pianeta, ci sono diverse soluzioni pratiche e operative anche per l’uso degli avanzi alimentari. Ci sono diverse strategie. Basta metterle in pratica e possiamo fare molto per il nostro Pianeta e per il nostro portafoglio.