Corato in Breve





Corato, quarantasette mila abitanti vivono a duecentoquarantadue metri sul livello del mare.  Una variante alternativa per arrivarci da chi viene dall’interno è raggiungere Corato può consistere, detta anche “strada della rivoluzione”, o, almeno, così chiamata dal periodo fascista in poi.   Uliveti e vigneti si alternano ai capannoni industriali come le varie ville. Infatti Corato vanta una produzione agroindustriale inferiore soltanto a quella di Parma per la varietà e la differenza dei prodotti agricoli forniti dall’agro.   Diversi  quintali di olio e di vino  sono la produzione più o meno stabile annuale,secondo le annate, spesso superiore, mentre duemila q.li di pasta al giorno sono prodotti dai pastifici, affiancati dai mulini che forniscono grano proveniente dalle province di Bari e di Matera a buona parte dell'Italia.   Ma si può dire che siano pochi i comparti in cui Corato non vada per la maggiore, specialmente se legati a prodotti all’agroalimentare: taralli,la  trasformazione di prodotti agricoli  e similari. Un altro ambito trainante dell’economia locale è l’artigianato con le diverse attività produttive  nel campo della trasformazione dei prodotti primari in derivati. Un nuovo settore che sta imponendo la città a livello italiano è quello orafo, derivato dall'istituzione di un apposito corso di studi, unico a Bari e provincia,  nell'Istituto d'arte. Oggi sono almeno sei i laboratori che producono gioielli con un indotto apposito.   Corato è a pianta circolare, stretta attorno al borgo antico che, senza avere grosse emergenze artistiche, riscopre un'atmosfera da ricca fiera medievale, vivace, allegra, con interessanti resti di monumenti rinascimentali incastonati in un portico, un sottopasso, uno spigolo, un palazzo. I primi insediamenti nell’agro di Corato sono a San Magno nell’area murgiana,dove è sono situate delle tombe di epoca neolitica e il dolmen tra Corato e Bisceglie.   Tuttavia, lo storico Salvatore Addario fa risalire le origini di Corato all'epoca della seconda guerra punica (201 a.C.) dopo la distruzione di Cartagine quando, si dice, che Scipione l'Africano abbia diviso, per premio, ai suoi soldati i campi Dauni e Peuceti confiscati agli Apuli formando cosi le prime colonie romane in Puglia.   Il borgo di Corato era situato lungo la via Appia – Traiana che collegava Roma a Brindisi poteva essere una stazione di posta per il riposo e la sostituzione dei cavalli,prima di riprendere il viaggio. Il territorio di Corato fu donato, in quell'epoca, al patrizio romano Caius Oratus, dal cui nome e cognome fuso e abbreviato derivarono le voci Coratus, Coratum, Curati, Quarata e Quadrata fino a quando, con la dominazione di Federico II assunse la definitiva denominazione di Corato.   Morto Federico II nel 1250, Carlo D'Angiò impose il suo dominio nell'Italia meridionale, dopo aver sconfitto Corradino di Svevia. Corato restò fedele a Corradino, meritando da lui l'appellativo di "cor sine labe doli" (N.d.R: Cuore senza macchia di tradimento), motto riportato sullo stemma della città,situato al centro dello stesso emblema circondato da quattro torri.Più attendibili, invece sono le notizie, secondo cui Corato esisteva come villaggio colonico nel Vll/VllI sec. dell'era cristiana, dovuta ad una posizione strategica tra l’altopiano murgiano e il mare.   La chiesa Matrice, 1139, viene rifatta nel XIII secolo, mentre il campanile è del XIV. Sorta a breve distanza dal mare ma abbastanza alta (232 mt. s.l.m.) per difendersi dalle scorrerie dei pirati che assalivano le coste adriatiche, situata in zona fertilissima, rimase per molti secoli un semplice borgo con una chiesa (Nd.R: Chiamata dai coratini Matrice) circondata da diversi casali chiamati masserie , ubicate prevalentemente nel promontorio murgiano, questi  Casali abitati da poche centinaia di agricoltori.   Il villaggio era caratterizzato da quattro torri principali  costruite dai Longobardi e  la difesa, anche se insufficiente, consisteva anche in un dedalo di viuzze congiunte da archi e cunicoli sotterranei tra i vari conventi e chiese intra-extra moenia.   Corato divenne città fortificata sotto il dominio dei Normanni. Fu Pietro il normanno, infatti, a far unire le quattro torri, a cingere l'abitato con una muraglia intervallata da venticinque torrioni e a costruire un castello (l’attuale Palazzo Gioia) concedendo il titolo di "città" all'abitato. Nel 1049 per rendere ancora più sicura la città. Con gli Svevi e gli Angioini, la città ebbe uno sviluppo nel commercio e nell'industria agricola con la lavorazione di vino, olio, mandorle e pelli. Con l'abolizione del feudalismo cominciò un periodo di progresso civile che trovò il suo massimo sviluppo dopo l'unità d'Italia si dotò di importanti edifici pubblici. Le condizioni socio-economiche migliorarono con Giacchino Murat, vicerè di Napoli fino al Risorgimento italiano quando la città prese parte attiva per l'unità e l'indipendenza tramite i suoi patrioti come Federico Quinto ed altri che fattivamente , a promuovere  la causa dell’unificazione nazionale e avendo come reazione borbonica un’ accanita opposizione.

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