Archivio Elettrosmog

Il 5G tra dubbi e perplessità

Il 5G tra dubbi e perplessità

Legambiente fa sentire la sua voce su questa evoluzione tecnologica.

E’ troppa la disinformazione sul coronavirus e la teoria secondo cui l’epidemia avrebbe legami col 5G è una delle tante notizie false comparse sul Web. Tuttavia, la pubblicità ci sta inondando nella promozione di dispositivi dotati di una nuova tecnologia di trasmissione: stiamo parlando della tecnologia di telefonia mobile di quinta generazione, il cosiddetto 5G, che darà luogo a nuovi scenari di esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici a radiofrequenza che saranno emessi in bande di frequenza (694-790 MHz, 3,6-3,8 GHz e 26,5-27,5 GHz) diverse da quelle utilizzate attualmente utilizzate per la telefonia mobile (da 800 MHz a 2,6 GHz). Tra gli aspetti di particolare novità del 5G, emerge che non sarà utilizzato solo per la comunicazione tra persone, ma anche per il cosiddetto “Internet delle cose”: i vari dispositivi, tra cui gli elettrodomestici di prossima generazione, potranno comunicare tra loro, oltre che poter essere azionati a distanza, dando così vita ad una nuova generazione intelligente di domotica wireless. Tuttavia, le onde elettromagnetiche di così elevata frequenza, durante la loro propagazione, non riescono ad attraversare gli edifici o comunque a superare ostacoli, ed, inoltre, vengono facilmente assorbite da elementi naturali come pioggia o foglie. Per questo motivo, sarà indispensabile utilizzare, in maggior misura rispetto alle attuali tecnologie di telefonia mobile, le cosiddette small cells, aree di territorio coperte dal segnale a radiofrequenza le cui dimensioni, che possono andare da una decina di metri (indoor) a qualche centinaio di metri (outdoor), sono molto inferiori a quelle delle macrocelle che possono essere estese anche a diversi chilometri. Ciò comporterà l’installazione di numerose antenne ed è questa prossima “invasione” a costituire una delle principali cause di preoccupazione di Legambiente, circolo Angelo Vassallo di Corato, circa i possibili rischi per la salute connessi alle emissioni elettromagnetiche del 5G. Le antenne fisse saranno presumibilmente poste a distanze più ridotte dalle persone di quanto lo sia, per esempio, la distanza da una stazione radiobase posta sulla sommità di un edificio. Inoltre, le tecnologie 5G si affiancheranno, almeno inizialmente, alle tecnologie esistenti, per cui potranno registrarsi aumenti nei livelli di esposizione in prossimità delle antenne. Seppur le frequenze che verranno utilizzate per il 5G sono state già oggetto di studi scientifici, questi sono ancora in numero inferiore rispetto a quelli dedicati alle attuali tecnologie per le telecomunicazioni e per le trasmissioni radiotelevisive. In ogni caso, alcune considerazioni possono essere già avanzate. Per quanto riguarda la banda 26,5-27,5 GHz, a tali frequenze le onde elettromagnetiche vengono riflesse o assorbite superficialmente a livello della pelle, senza quindi penetrare all’interno del corpo. Ciò indica che per tali frequenze non possono essere estrapolati i risultati degli studi epidemiologici che suggeriscono un aumento di rischio di tumori intracranici negli utilizzatori di telefoni cellulari, e tanto meno quelli dei recenti studi sperimentali dell’NTP- US National Toxicology Program, che pubblica con cadenza biennale il Report on Carcinogens e dell’Istituto Ramazzini di Bologna. D’altra parte, il fatto che le onde non raggiungono gli organi interni non significa, di per sé, che non possano essere pericolose. Si pensi infatti alla radiazione ultravioletta, quale quella emessa dal Sole, anch’essa completamente assorbita dalla pelle, che aumenta il rischio di tumori cutanei nei soggetti più esposti e per questo classificata dalla l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) come “cancerogena per gli esseri umani” (gruppo 1). In considerazione delle evidenze fin qui sommariamente illustrate, i livelli di riferimento previsti dalla raccomandazione UE e i limiti di esposizione previsti dalla normativa italiana sono finalizzati alla protezione dagli effetti a breve termine. Il valore di attenzione previsto dalla normativa italiana è misura di cautela nei confronti di eventuali effetti a lungo termine. Pertanto, Legambiente non è contraria alle evoluzioni tecnologiche, tuttavia si batte affinché nel progresso tecnologico venga sempre necessariamente osservato un principio di cautela per la tutela della salute degli esseri viventi e soprattutto affinché venga rivolta particolare attenzione nei confronti degli esseri umani più esposti o fragili per via dell’età o per determinate patologie che li rendono particolarmente vulnerabili. Sarà comunque compito delle autorità delegate ai controlli delle emissioni verificare il rispetto della normativa vigente.

Elettrosmog e PUG: accordo possibile?

Al Sig. Sindaco del Comune di Corato

Piazza Marconi 12 Corato  

INTERVENTO DEL COMITATO PER LA SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE DI MONTE RIPANNO come contributo alla discussione del Documento Programmatico Preliminare (DPP) del Piano Urbanistico Generale (PUG)    

Il comitato di Monte Ripanno intende intervenire dando un contributo alla migliore applicazione del DPP del PUG, perché, come altri gruppi di cittadini, ritiene che l’attuazione del progetto interessa i seguenti tre punti:     1.                 IL TERRITORIO    

2.                 LA SALVAGUARDIA DELLA SALUTE DEI CITTADINI    

3.                 L’AMBIENTE   Circa il TERRITORIO il Comitato ritiene che Monte Ripanno, come altre zone di sviluppo urbano della città, ha la sua importanza per la bellezza che la collina offre allo sguardo umano. È l’unica collina che, nei dintorni della città, offre l’opportunità di osservare ampi paesaggi, che vanno da quelli collinari delle vicine Murge a quelli marini della fascia costiera dell’Adriatico. A Monte Ripanno i Coratini hanno l’abitazione estiva ed il luogo offre il piacere di tranquille passeggiate nelle lunghe giornate di estate,  sia per i giovani che per gli anziani; dove l’aria si fa più    pulita ed il silenzio del luogo garantisce serenità e tranquillità. Il Comitato evidenzia che ben fanno i cittadini nel pagare l’ICI  al Comune, perché convinti e fiduciosi di avere in cambio un beneficio compensativo dell’onere della tassa.   Circa  LA SALVAGUARDIA DELLA SALUTE DEI CITTADINI  il Comitato fa osservare quale valore ed importanza sia la garanzia di un territorio scevro da inquinamento elettromagnetico! Perché non cogliere l’opportunità del PUG per la bonifica di questo territorio, oggi compromesso dalla presenza di numerose antenne RADIO-TELEVISIVE nella zona e nella vicina zona della Murgetta? Come non afferrare l’opportunità di concentrare le tante antenne nella zona designata, ossia della Murgetta e liberare così tutto il territorio di Monte Ripanno? Non è accettabile penalizzare le due zone per lo stesso tipo di inquinamento! Non sarebbe tutto a vantaggio della salute dei cittadini il poter respirare aria pulita, oggi purtroppo compromessa dalla presenza di tanti ECOMOSTRI che rendono la collina di Monte Ripanno poco invitante alla presenza umana?          Circa l’AMBIENTE il Comitato vuole ricordare che la collina di Monte Ripanno è a ridosso del Parco dell’Alta Murgia e del Castel del Monte – patrimonio dell’UNESCO. La presenza di questi ECOMOSTRI non fa che violentare doppiamente l’ambiente? Tutto quello che in natura nasce spontaneamente e che l’uomo cura e conserva con amore, contribuisce a creare l’ambiente ed il suo habitat. Cosa fa l’uomo per tutelare questo suo ambiente? Nulla deve essere usato per sopprimerlo, perché nessuno ne ha il diritto!   Per questo il Comitato chiede che nel Piano Urbanistico Generale (PUG) venga previsto il risanamento della zona di Monte Ripanno sotto l’aspetto SALUTE–AMBIENTE-TERRITORIO, riconoscendo in questa collina un patrimonio di grande valore per la città di Corato.   Come già è di Sua conoscenza l’ARPA di Bari ha comunicato i nuovi rilievi di campi elettromagnetici a banda larga ed a banda stretta eseguiti a Monte Ripanno il 30.08.07. Ancora una volta detti rilievi hanno segnalato il superamento del valore di legge di 6 V/M, mettendo  in modo inequivocabile in evidenza la situazione di inquinamento, che  purtroppo persiste e rischia di ripetersi “ad infinitum”. È chiaro che il problema richiede un intervento decisivo da parte di questa Amministrazione.   Ci chiediamo come sia possibile che l’Amministrazione non abbia di fatto alcun potere sulle emittenti radiotelevisive, che, con sempre più aggressività ed indifferenza nei riguardi della salute dei cittadini, “la fanno da padrone” in un territorio fragile dal punto di vista paesaggistico e che, per altro, non appartiene a loro?! A questo punto è evidente che i cittadini di Monte Ripanno si sentano sempre più abbandonati da Colui che li rappresenta…Non è che, forse,  manchi  la volontà di risanare il territorio?   La scelta della delocalizzazione dei tralicci radiotelevisivi alla Murgetta è stata in sé una iniziativa “sensata”, che l’Amministrazione però avrebbe dovuto utilizzare per porre veramente fine al problema dell’inquinamento elettromagnetico a Monte Ripanno. In che modo? Con un provvedimento deliberativo di bonifica del territorio, che non solo avrebbe sanato la zona, ma avrebbe eliminato l’abusivismo di fatto, la conseguente illegalità e la pericolosità sempre più percepibile di tralicci pericolanti ed insicuri.   Vorremmo ricordare che, comunque, lo stesso Professor Assennato ribadì, nella ben nota conferenza sul rischio-tumori a Corato, che la presenza di valori al di fuori dei limiti di legge continua ad essere un vero problema per la salute dei cittadini.   A questo punto il Comitato chiede ancora una volta che venga preso in considerazione l’urgenza di un provvedimento di risanamento del territorio di Monte Ripanno, provvedimento che preveda il trasferimento delle emittenti radiotelevisive alla Murgetta.     Per il Comitato Michele Mintrone, Tonia Di Zanni, Pina Basile       Proposte e suggerimenti del Comitato per l’interramento dell’Elettrodotto   Come COMITATO PER L’INTERRAMENTO DELL’ELETTRODOTTO: prendiamo atto con soddisfazione che il Comune, ha varato e sta portando avanti il PIRP (Piano di Riqualificazione delle Periferie urbane), di cui la 167, e cioè il quartiere in cui noi abitiamo, è l’obiettivo principale.  Interrando l’elettrodotto – secondo un progetto di cooperazione con l’ENEL TERNA - l’Amministrazione contribuisce ad eliminare uno dei fattori di degrado ambientale e di pericolo per la salute delle persone - mettendo in opera il principio di precauzione come esige la Comunità europea e tutte le Organizzazioni internazionali che tutelano la salute dei cittadini -, inoltre con un nuovo piano di assetto generale, che prevede il collegamento di questa periferia con il centro, migliora effettivamente la qualità della vita delle persone. Il DPP dovrebbe tener presente e porre in dovuto rilievo questi sforzi e questa decisione dell’Amministrazione Perrone.   Il Comitato si è fatto e continua a farsi portavoce presso i cittadini della 167 degli interventi e degli sforzi dell’attuale Amministrazione in vista della soluzione del problema.     Comitati per la lotta contro l’ìnquinamento elettromagnetico. Via E. Mattei, 1

Risposta ad una lettera su www.coratolive.it

Comitati per la lotta contro l’ìnquinamento elettromagnetico.

Circolo LEGAMBIENTE Corato    

RISPOSTA  all’articolo di Antonio Patruno su www.coratolive.it 

“Elettrodotto: L’interramento risolverebbe i problemi?”    

"Carneade! Chi era costui?" ruminava tra sè don Abbondio seduto sul suo seggiolone, in una stanza del piano superiore, con un libricciolo  aperto davanti, quando Perpetua entrò a portargli l'imbasciata.”   … Abbiamo pensato proprio al Manzoni, a questo passo delizioso de I Promessi Sposi leggendo sul sito http://www.coratolive.it/news/news.aspx?idnews=4004  la lettera sul tema “Elettrodotto: “l’interramento risolverebbe i problemi?” (lettera che la Redazione volentieri incornicia ad articolo),  in cui il Signor Antonio Patruno commenta con vibrante empatia la conferenza  organizzata dalla Amministrazione  sulla emergenza tumori a Corato, riscontrando in questa tutte le risposte agli interrogativi dei cittadini e discetta con dichiarata sicurezza l'INTERRAMENTO.   “Carneade! Chi è costui?” Chi è questo “Carneade coratino”, tanto esperto di tralicci, di interramento,  di elettromagnetismo e tanto preoccupato per lo “spreco di danaro pubblico”?   Sarà un ingegnere dell’ENEL,  un tecnico raffinato, un esperto in elettromagnetismo - dal momento che intende mettere in evidenza “il punto di vista ingegneristico della questione”?   Il Signor Patruno si scaglia senza mezzi termini contro chi ha osato ed osa proporre all’Amministrazione Comunale di Corato di  INTERRARE I TRALICCI DELL’ALTA TENSIONE che attraversano la 167 – una “assurdità” ed uno “spreco di danaro pubblico”, bollando l’inquinamento elettromagnetico come un “fantasma immaginario” di comitati e Legambiente...   Ecco il testo centrale della sua filippica:   “Detto cio', a proposito del famigerato elettrosmog, mi preme sottoporre alla Sua attenzione il punto di vista ingegneristico della questione.  Quanto all'elettrodotto, vorrei chiedere a tutti coloro che ne sostengono l'interramento: sono coscienti che in questo modo, oltre a sprecare una grossa quantita' di denaro pubblico (e quindi anche mio e Suo) il livello di esposizione al campo magnetico aumenterebbe? Infatti, un qualsiasi tecnico del settore, potrebbe spiegare che il campo magnetico generato da una corrente elettrica e' inversamente proporzionale alla distanza dalla linea: se quindi adesso la linea e' a 30 m da terra, interrandola diciamo anche a 2 m, il livello di campo misurato a terra sarebbe 15 volte superiore!! Si rende conto dell'assurdita'?”   Rispondiamo per sommi capi:   1. Per quanto riguarda il problema del rischio per la salute proveniente dall’inquinamento elettromagnetico:   a)       Vorremmo chiedere al Signor Patruno  se conosce le Organizzazioni nazionali ed internazionali che si battono contro l’inquinamento elettromagnetico e che chiedono, sulla base del  principio di precauzione, che le linee ad alta tensione che attraversano i centri urbani non superino gli 0,2 / 0,5 Microtesla di emissione. Gliele ricordiamo, perché qui non si tratta di comitati o di oscuri circoli di Legambiente di provincia: l’Organizzazione Mondiale della sanità (OMS), l’Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), La Lega Italiana per la lotta ai tumori (di cui è presidente il Prof. Schittulli), l’Istituto Superiore di Sanità, la Commissione Ambiente del Parlamento Europeo (Direttiva 2001/42/CE del Parlamento Europeo; Direttiva della Commissione del 26 gennaio 2005 PE 353.512v01-00).   b)       Vorremmo chiedere al Signor Patruno  se ha compreso bene quello che il Prof.  Schittulli nella suddetta conferenza ha pure dichiarato – rifacendosi ad uno studio della Lega Italiana per la lotta ai tumori del 2004 “Campi elettrici e magnetici statici e a frequenze estremamente basse (ELF). Rischio cancerogeno” e  sottolineando che la presa di posizione dell’OMS e dello  IARC sul fattore rischio insito nell’inquinamento elettromagnetico era per lui “un vangelo”.     2. Per quanto riguarda il problema dell’INTERRAMENTO c)       Vorremmo chiedere al Signor Patruno se ancora non si è reso conto che altre città – per esempio ANCONA – hanno interrato 12 chilometri di linee ad alta tensione, impegnando sei anni di ricerche e di studi che hanno portato appunto all’interramento. Vorremmo che il Signor Patruno e tutti quelli che lo appoggiano leggessero quello che scrive l’ingegnere ANTONIO D’AMATO, responsabile del Centro Alta Tensione della direzione Enel Emilia Romagna e Marche: “In ogni elettrodotto coperto ci sono tre cavi in alluminio, ognuno dei quali ha un diametro di 10 centimetri. Vengono messi a una profondità di un metro e mezzo e poi isolati con sabbia e cemento magro…   L'interramento delle linee ad alta tensione produce una drastica riduzione dei campi elettrici e magnetici ottenendo dei valori molto inferiori al limite previsto dalla vigente normativa (ENEL Distribuzione - Società per Azioni - Centro Alta Tensione Emilia Romagna e Marche - Via C. Darwin, 4 - 40131 Bologna).   Ancona, - come Firenze-Scandicci, come Cinisello Balsamo, come Cerveteri, come Venezia, come Bologna ed altre città hanno interrato linee ad alta tensione che attraversavano i centri urbani. Si tratta di comuni che si sono posti dalla parte dei cittadini, che hanno preso sul serio le loro preoccupazioni di fronte all’inquinamento elettromagnetico e che hanno agito in base al principio di precauzione.   “Il progetto di interramento – si legge in un recente comunicato della città di Ancona -  è stato il frutto di un protocollo d’intesa sottoscritto da Enel e Comune nell’aprile 2002: queste realizzazioni hanno reso possibile la demolizione di due elettrodotti aerei lunghi oltre 12 Km e di 47 tralicci che nel corso dei loro quasi 40 anni di vita erano stati gradualmente inglobati dallo sviluppo edilizio urbano dentro la città. I due nuovi elettrodotti costruiti in sostituzione di quelli aerei hanno una lunghezza complessiva appena inferiore a quella del tracciato delle linee aeree.   Con queste opere, nel contesto urbano della città non ci saranno più tralicci e conduttori aerei in alta tensione perché l’elettricità ad Ancona viaggia sotto terra, in linea con le attese dei cittadini e la fruibilità visiva del panorama urbano. I lavori di costruzione e quelli di demolizione sono stati, nel corso di questi anni, pianificati in collaborazione costante tra Enel e Comune per minimizzare i problemi alla cittadinanza e al traffico veicolare, avendo sempre riguardo alla sicurezza delle persone e dell’ambiente”.   Questo vuol dire prendere sul serio i cittadini, ritenerli maturi e capaci di collaborare alla soluzione dei tanti problemi ambientali, di fronte ai quali noi oggi ci troviamo.

Situazione elettrosmog

La salute dei cittadini a rischio: RINVIATA AL 2009 OGNI DECISIONE SULL’INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO   Monte Ripanno e l’Elettrodotto della 167 possono attendere…  

  La questione dell’inquinamento elettromagnetico ha assorbito quasi tre ore di discussione  del Bilancio di Previsione 2007  e Pluriennale 2007/2009 del Consiglio Comunale nella  seduta ordinaria del 3 maggio 2007.   Prendendo posizione sull’emendamento al bilancio presentato dal gruppo politico “Noididestra” “per la creazione di un capitolo di spesa da destinare all’interramento della linea elettrica di alta tensione di Via Massarenti-Via Predestina” il Sindaco Perrone presentava una serie di difficoltà, che lasciavano percepire il problema  dell’inquinamento elettromagnetico non sia  più  prioritario per la salute pubblica.   IL  PROBLEMA DI MONTE RIPANNO Noi siamo del parere che i provvedimenti amministrativi per il risanamento del territorio rientrino nella decisione  politica dell’Amministrazione, che studia e regolamenta – con condizioni, vincoli, disposizioni, ecc. – l’atto stesso amministrativo per la soluzione ottimale del problema.    In pratica il rilascio delle concessioni dei due  tralicci sul sito della Murgetta andava disciplinato,  partendo da una  chiara volontà amministrativa di risanare veramente il territorio di Monte Ripanno.  Di conseguenza, si è verificato che il provvedimento, essendo imperfetto, ha prodotto  nella fattispecie l’inquinamento elettromagnetico  di due territori: Monte Ripanno e Murgetta. Vorremmo sottolineare che MONTE RIPANNO rappresenta per Corato un’oasi ed un punto di attrazione naturalistico unico per gli amanti della natura e di questa terra, vera terrazza sulle città costiere ed osservatorio murgiano   IL PROBLEMA DELL’ELETTRODOTTO La giustificazione che  il Sindaco Perrone - nel suo  discorso al Consiglio Comunale del 3 maggio 2007 – ha dato sull’interesse dell’Amministrazione per la salute dei cittadini è stata, a nostro parere,  non esaustiva.  Nonostante le reiterate attestazioni di “priorità della salvaguardia della salute dei cittadini” da parte di questa Amministrazione,  il problema viene continuamente – come ha dimostrato la bocciatura dell’emendamento di cui sopra – spostato nel futuro o demandato al buon esisto di ipotizzabili finanziamenti pubblici, che potrebbero (forse, chi sa quando?)  arrivare. Si  continua così a sostenere che il monitoraggio ha dimostrato che non esiste alcun pericolo per i cittadini coratini proveniente dall’elettrodotto. Al contrario: il monitoraggio ha dimostrato che i valori di emissione a cui sono sottoposti gli abitanti della 167 e i ragazzi del Liceo è di 1 e cioè 5 volte superiore a quello di guardia  di 0,2 Microtesla,  indicato dalle Organizzazioni Internazionali per la salute e dalla Comunità Europea! Ecco perché è decisivo adottare con chiarezza il PRINCIPIO DI PRECAUZIONE  e ricorrere ad  una attività politica di prevenzione  cautelativa che dia serenità e fiducia ai cittadini.     I comitati per la lotta contro l’inquinamento elettromagnetico Via E. Mattei    

Indicazioni sull'elettrosmog

 

La LEGA ITALIANA PER LA LOTTA CONTRO I TUMORI – di cui il Prof. Schittulli è presidente - ha pubblicato nel 2004 uno studio sul rischio cancerogeno connesso con gli elettrodotti dal titolo CAMPI ELETTRICI E MAGNETICI STATICI E A FREQUENZE ESTREMAMENTE BASSE (ELF).

RISCHIO CANCEROGENO, messo a disposizione del pubblico nel sito internet http://www.legatumori.it/images/uploads/campimagnetici.pdf   Il Prof. Schittulli  ha scritto la presentazione a questo volume e raccomanda alla lettura soprattutto il capitolo sulle valutazioni, suggerimenti pratici, e raccomandazioni.   Dalla presentazione del Prof. Schittulli sunteggiamo le seguenti dichiarazioni, che confermano la posizione assunta dai Comitati contro l’inquinamento elettromagnetico e che potrebbero essere di stimolo alla discussione:   a)       Il prof. Schittulli ammette che - nonostante tutti gli studi finora condotti – rimane un certo grado d’incertezza scientifica e un alto grado di apprensione fra i cittadini.   b)       Sulla base degli studi epidemiologici relativi alla leucemia infantile, avviati nel 1996 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) i campi magnetici sono stati classificati come “possibilmente cancerogeni per l’uomo”. “Possibile cancerogeno per l’uomo” secondo la IARC (Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro) significa che l’agente in esame ha mostrato una limitata evidenza di cancerogenicità per l’uomo.   c)       Il prof. Schittulli ammette che esistono normative internazionali, nazionali e regionali che hanno lo scopo di limitare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici. Egli afferma che la “Terza Conferenza Ministeriale su Ambiente e Salute”, nel 1999, l’Organizzaione Mondiale della Sanità è stata incoraggiata a considerare “la necessità di applicare rigorosamente il principio di precauzione nella valutazione dei rischi e di adottare maggiori iniziative e un approccio più preventivo nei confonti di potenziali danni alla salute”.   LEGA ITALIANA PER LA LOTTA CONTRO I TUMORI: http://www.legatumori.it/images/uploads/campimagnetici.pdf VALUTAZIONI, SUGGERIMENTI PRATICI E RACCOMANDAZIONI (pag. 119-125)   1.      L’insieme degli studi disponibili indica che le evidenze di cancerogenicità per l’uomo sono limitate e concernono la leucemia infantile…(pag. 119). 2.      Sulla base degli studi epidemiologici il campo magnetico  a frequenze estremamente basse (ELF) -  e cioè quello creato dagli elettrodotti -, è  stato classificato come “possibile cancerogeno per l’uomo”…La Commissione della Lega per la lotta contro i tumori “condivide, allo stato attuale delle conoscenze, questa valutazione”. (pag. 119). 3.      Seguendo quanto suggerito dalla IARC (Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro) “sembra ragionevole concentrare gli interventi preventivi a carattere cautelativo relativamente ai soggetti maggiormente esposti, indicativamente a livelli superiori a 0,5 Microtesla.” E cioè laddove il livello di esposizione supera lo 0,5 Microtesla si deve applicare il principio di precauzione soprattutto nei riguardi di soggetti maggiormente esposti. 4.      Anche la legge italiana riconosce il principio di precauzione che, secondo questo studio, è alla base della legge 36/01. 5.      È opportuno prendere in considerazione interventi o stili di vita volti a minimizzare i livelli di esposizione a campi elettrici e magnetici… e richiedere l’eliminazione delle esposizioni indebite e la riduzione anche di quelle ritenute necessarie. 6.      Per la riduzione dei campi prodotti da un elettrodotto vengono suggerite come soluzioni tecniche l’aumento dell’altezza dei sostegni, la riduzione della distanza fra i vari conduttori, e soprattutto l’impiego di linee in cavo isolato, sia aeree che interrate. 7.      “Si auspica che le nuove installazioni elettriche siano realizzate in modo tale da minimizzare i livelli d’induzione magnetica prodotti nell’ambiente di vita e di lavoro.” (pag. 124) 8.      “Si suggerisce di evitare in futuro di costruire elettrodotti che attraversino insediamenti urbani e nuove abitazioni in stretta vicinanza di linee elettriche ad alta e media tensione”. (pag. 124)     Comitati per la lotta contro l’elettomagnetismo Via E. Mattei 1

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