Ritorniamo sul verde pubblico

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La situazione del verde pubblico è sotto gli occhi di tutti


Ritorniamo sul verde pubblico

La situazione è sotto gli occhi di tutti, ma purtroppo, si fanno interventi tampone

Sul verde pubblico siamo più volte intervenuti, operiamo nel ruolo istituzionale, tipico di un’associazione ambientalista, nella sensibilizzazione organizzando la campagna invernale itinerante “Festa dell’albero”, coinvolgendo scuole ed associazioni anche fuori Corato, ma abbiamo trovato un non vero interesse e soprattutto una carenza di progettazione di interventi periodici e sistematici.

 

Per raggiungere un buon livello del sistema del verde pubblico nella nostra città è indispensabile dare alle aree, una elevata componente naturale, una caratterizzazione che possa distinguerli divenendo significativi poli di attrazione per il tempo libero e lo svago, momenti di aggregazione e di promozione sociale con la possibilità di accesso per i cittadini affetti da varie forme di disabilità. E’ necessario un progetto pensato, ad esempio, alcune tematizzazioni delle varie aree verdi della città, che da un lato tengano conto della vocazione, che alcuni luoghi già possiedono e dall’altro si cerchi di soddisfare le richieste di una variegata domanda dei nostri cittadini. Queste possono in questo senso, essere classificati in diverse tipologie in base alle attività che vi si svolgono, agli elementi naturali che li caratterizzano, ai fruitori delle strutture quali anziani, bambini, giovani e famiglie. In questa pianificazione, si potrebbe indicare la strada per recuperare il gap che ci separa dalle altre città d’Italia, per la qualità e la quantità del suo verde urbano. Il risultato è possibile solo con una grande svolta politico - culturale che consideri la necessità di interventi pubblici di grande rilievo indipendenti, ma dalla stretta connessione. E’ necessario, quindi, privilegiare un disegno generale e strategico del sistema verde a livello urbano ed inserirlo in un ambizioso contesto più ampio metropolitano ed, in un certo qual senso, di continuum nella realtà peculiare anche ambientale naturalistica tipica del parco dell’Alta Murgia, quindi, in modo che vengano privilegiati gli interessi collettivi nel rispetto delle esigenze di una rendita ecologica urbana. Questo dovrebbe riflettersi nella gestione del verde: una puntuale e sistematica manutenzione, individuando metodicamente piante che facciano parte del nostro contesto ambientale, pianificando l’integrazione delle stesse, in caso di svellimento o taglio o per la fine biologica delle stesse, e le varie attività regolari di gestione annuali: progettando trattamenti, potature periodiche delle essenze con personale qualificato. Quest’ ultime dovrebbero essere acquisite mediante i vivai forestali regionali a prezzi veramente molto più convenienti o tramite un bando pubblico utilizzando il web, rispetto all’acquisto tramite licitazione privata a prezzi sicuramente maggiori. E’ necessario pianificare un progetto che si propone di rilanciare il tema con un piano strategico a partire dalla questione ambientale. Ciò non significa che il piano ambientale possa essere separato da un piano strategico tendente alla formazione di una città multipolare estesa: ogni zona ha la sua caratteristica. L’area del corso e del centro ha caratteristiche differenti per la forma circolare e per piante monumentali anche se, purtroppo, i lecci non sono tutelati come alberi monumentali. Significa, piuttosto, delineare le componenti di sostenibilità ambientale di uno sviluppo possibile della città centrale e della sua area urbana. Un esempio per tutti quello di Lione che somma al piano strategico dello sviluppo una decina di piani tematici sull’ ambiente. Oltre all’ indiscutibile dato numerico negativo si deve notare l’indice numerico negativo si deve notare l’estrema frammentarietà delle aree verdi e l’assenza di un sistema verde. Dopo l’intervento discutibile del progetto “Verde Speranza”, non per chi erano stati affidati i lavori, ma per le modalità di come erano stati effettuati gli interventi, ci risulta che l’affidamento della stessa manutenzione che è in mano della municipalizzata ASIPU. E’ necessario formare gli operatori della manutenzione del verde che devono seguire corsi ed aggiornamenti periodici per eseguire al meglio i trattamenti nel modo migliore possibile e non con tagli profondi e mozzature. La carenza di verde ha un ruolo determinante negativo contribuendo in modo determinante al miglioramento del microclima grazie alla componente vegetale: possono attenuarsi gli squilibri ambientali della città contemporanea; attraverso varie, vere e proprie iniziative di integrazione strutturale del verde con il costruito attualmente è possibile contribuire a ridurre l’utilizzo di risorse energetiche, non solo la presenza del verde urbano ha un ruolo psicologico e sociale altamente positivo, come diversi studi inequivocabilmente lo testimoniano. Nel nostro Paese l’attività urbanistica assegna al verde pubblico funzioni attualmente prescritte dagli standard edili, con l’obbligo di un astratto rapporto tra la quantità di aree da destinare a servizi e quelle da destinare ad edificazioni per insediamenti. Nella Convenzione Europea del Paesaggio, tra le varie opportunità, figura la riqualificazione del paesaggio urbano e ancora di più delle aree dismesse e degradate. Di qui, l’esigenza che una politica paesaggistica debba accompagnarsi a processi globali sul territorio, poiché spesso i punti critici si evidenziano all’interno delle città. Su questo continueremo ad agire per promuovere una nuova città possibile e sostenibile.