L’estate calda dei rifiuti

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L’estate calda dei rifiuti

Legambiente in prima fila con idee e proposte sostenibili con un ritorno, in ogni senso, per la nostra città

E’ estate con le alte temperature, sta diventando importante un dibattito sulla questione dei rifiuti che non è solo incentrata sul tema della tariffazione dello smaltimento, ma della carenza di impianti per la lavorazione e trasformazione dell’umido,

 

arrivando alle chiusure delle varie strutture: dopo il sequestro della discarica di Pandi a Brindisi, come dell’impianto di biostabilizzazione di Lucera. Una chiusura per eccesso di emissioni odorigene segnalata come momentanea, quest’ultima, che tuttavia ha costretto i Comuni della Bat (Barletta-Andria-Trani) a inviare, la frazione umida della raccolta differenziata in Veneto. Nel bilancio di previsione 2016 è stata prorogata per la 5^ volta, l'ecotassa ciò significa continuare a incentivare lo smaltimento in discarica, nonostante quest’ ultime stanno gradualmente riducendosi. A questo, si aggiunge che sono stati stanziati solo 1,5 ml di euro per le bonifiche delle discariche in emergenza in tutta la regione. Briciole rispetto alla situazione attuale: ne servono 23 ml di euro solo per le discariche di Trani e di Autigno. Gli impianti di compostaggio sono al limite, se non si realizzano di nuovi. In Puglia servono impianti per il trattamento dei rifiuti umidi, per le altre tipologie sono presenti i consorzi obbligatori che assicurano il prelievo e il riciclaggio degli altri rifiuti (vetro, metalli, carta e cartone). Il circolo di Legambiente di Corato già, da oltre dodici anni, abbiamo, da sempre, proposto una raccolta differenziata spinta, lo ricordiamo, in tempi di vacche grasse, ma i costi stracciati di conferimento alla discarica di Trani, non rendevano conveniente introdurre un ciclo più virtuoso, sostenibile che può generare anche nuovi posti di lavoro. Con la chiusura delle varie discariche, si è corsi rapidamente ai ripari puntando su una raccolta differenziata, più spinta riorganizzandola rapidamente e creando, non qualche problema, alla cittadinanza, che andava adeguatamente preparata per tempo, investendo in nuove forme di partecipazione, attivando un altro approccio metodologico culturale. Pertanto, ci facciamo portatori di un’ulteriore proposta di un impianto cittadino ad uso strettamente locale per il compostaggio e la biostabilizzazione dei rifiuti umidi, in modo da ridurre al massimo il viaggio a Modugno alla Tersan, per ridurre i costi di trasporto e da poter produrre compost biologico, che, se fatto bene, potrebbe essere riutilizzato in agricoltura a costi estremamente ridotti a vantaggio delle nostre aziende agricole locali. Questo processo avviene con la gestione dei rifiuti organici e le operazioni di ricezione e scarico dei rifiuti organici avvengono in ambiente chiuso. Il materiale ricevuto e preselezionato va, quindi, triturato, esaminato e privato dei residui non organici da inviare in discarica, per poi essere indirizzato in apposite “aie” areate, dove accade la prima fase del processo di compostaggio industriale (biostabilizzazione), in modo rapido ed esaminato. La seconda fase del processo (maturazione) avviene in un capannone dotato di pavimento areato in cui è possibile insufflare aria per consentire un migliore apporto di ossigeno al materiale in lavorazione. Si passa, infine, all’ultima fase di trattamento degli scarti alimentari e vegetali, la raffinazione, nella quale un impianto di vagliatura provvede all’eliminazione delle impurità residue. La nostra realtà cittadina chiuderebbe il ciclo dei rifiuti, avendo una azienda in house come l’ASIPU, che potrebbe curare dalla raccolta allo smaltimento e non solo la nostra città avrebbe l’opportunità, la disponibilità di un sito in un’area idonea per la realizzazione di un impianto del genere in sicurezza, generando ulteriori posti di lavoro, di una infrastruttura che servirebbe come il pane e susciterebbe un processo virtuoso ad ogni livello, chiudendo il ciclo dei rifiuti a km zero e, non solo, riutilizzando il compost in agricoltura, riducendo al minimo indispensabile l’uso delle discariche. Auspichiamo una vera sensibilità delle forze politiche per poter pianificare attività utili e sostenibili, piuttosto che, rincorrere le emergenze che portano a deroghe, con esse disservizi e, talvolta, qualche opacità.