Piazza Di Vagno abbiamo ragione !

  • Stampa




Piazza Di Vagno abbiamo ragione

Le osservazioni di Legambiente ma chi paga….?

Ritorniamo sulla situazione vecchia di Piazza Di Vagno, comunemente chiamata piazza del Pesce…

 

Sulla base della copiosa documentazione storica, cartografica,fotografica, catastale reperibile ed a disposizione sia della stazione appaltante sia dei progettisti incaricati, si era pressoché certi della presenza di ruderi di antiche costruzioni al di sotto di piazza di Vagno, ovvero i ritrovamenti archeologici, erano sicuramente destinati ad emergere già dallo sbancamento, così, come è, poi, puntualmente avvenuto. Si veda, ad esempio, a proposito un resoconto nell’archivio storico digitale de La Stampa di Torino, in prima pagina della domenica 7 maggio del 1922, con le conseguenze per la popolazione coratina dell’epoca http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,1172_01_1922_0109_0001_24329200/ . Si è sempre stati del parere che l’opera, per come progettata ed appaltata, sarebbe stata pertanto non cantierabile sin dall’inizio, circostanza questa che sarebbe stata subito verificabile solo se fossero state puntualmente rispettate le norme in materia di attività di progettazione ed appalto, che parlano di valutazione preventiva del c.d. “rischio archeologico”. L’amministrazione comunale attuale con manifesti e comunicati rivendicava lo scorso anno, l’avvio di ristrutturazione e di riqualificazione urbana della piazza, per un importo di circa due milioni di euro, come un’opportunità di riqualificazione urbana e per l’intera cittadinanza. Dopo le nostre osservazioni, gli uffici competenti hanno, al volo, rimodulato il progetto, reclutando un archeologo che impiegherà mesi per effettuare minuziosamente il proprio lavoro, scavando, effettuando rilievi, classificando, catalogando e relazionando alla Sovrintendenza Archeologica di Taranto sulle attività svolte e su quanto ritrovato.

Si è dell’avviso che, il cantiere in corso deve e possa avere una recinzione trasparente, per consentire indirettamente all' intera cittadinanza di partecipare in sicurezza ai ritrovamenti archeologici; il cantiere nelle ore notturne, andrebbe, addirittura, valorizzato anche con una idonea illuminazione, per godere della vista, affascinante, suggestiva e certamente inusuale, delle rovine, che potrebbe avere un compito educativo per le nuove generazioni che sostano nell’area nelle ore serali e notturne. Nell’assoluto ed insolito tacere di alcune associazioni culturali e professionali locali, nonostante alcuni esponenti di queste realtà, avevano avuto un approccio alquanto critico nei confronti delle scelte di pianificazione dell’amministrazione comunale fino a poco tempo fa. Molto sommessamente si ritiene che il progetto appaltato debba e possa essere radicalmente modificato, atteso che, prevede la pavimentazione dell’intera piazza, dovendo, invece, mirare a valorizzare, e rendere addirittura fruibile, non solo alla cittadinanza ma anche ai turisti, quanto in corso di ritrovamento. L’ inevitabile variante al progetto comporterà certamente dispendio di ulteriori risorse pubbliche, che si sarebbero potute certamente risparmiare, ove non fossero state omesse le verifiche archeologiche preliminari, obbligatoriamente previste, ed in modo che, pare del tutto anomalo, messe in atto ex post, non si sa per quale motivo. Si deve ancora una volta constatare che agli amministratori, non sempre preme ascoltare le volontà della cittadinanza e, nel caso di proposte sane e ragionevoli, farsene esecutori/attuatori; si ricorda che il Sen. Giulio Andreotti sarcasticamente affermava: ”Il popolo sbaglia spesso, tranne in cabina elettorale”; ovvero il coinvolgimento dei coratini diventa a corrente alternata, secondo se c’è o meno la convenienza politica. Su questo continueremo a vigilare nel pubblico interesse anche se al palazzo non risulteremo particolarmente simpatici.